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Ci troviamo in una valle incredibile, non solo per la bellezza e per gli splendidi prodotti di cui vi parlerò, ma anche per i nomi curiosi ed evocativi. Già il nome “Santo Stefano del Sole” non scherza: Stefano si spiega perché il Santo era particolarmente venerato in Irpinia, tanto che nella vicina Nusco la cattedrale è dedicata a Santo Stefano; quanto al Sole, la ragione si può capire solo venendo qui: infatti verso il tramonto tutta la valle è ormai all’ombra, ma Santo Stefano è ancora illuminata dagli ultimi raggi del sole.
Il sole di sera a Santo Stefano
Il fiume locale poi si chiama Sabato, nome che non ha nulla a che fare con il calendario, ma risale al nome dal popolo dei Sabini (da Sabus – tribù dei Sanniti), gli antichi abitanti della zona, come testimoniato dal rinvenimento, presso la vicina località di Castelluccio, di reperti archeologici di epoca sannitica, quali: anfore, ampolle e lacrimatoi, oggi custoditi presso il Museo Irpino di Avellino.
Dunque, come promesso, cercherò di descrivere questo meraviglioso panorama offerto da Santo Stefano del Sole, nella valle del fiume Sabato a poco più di 500 m. di altitudine, ai piedi del Monte Faggeto (1146 metri – Parco Regionale dei Monti Picentini), tra montagne con castagni, faggi e abeti bianchi.
Nel territorio sgorga la sorgente Urciuoli, le cui acque provengono in parte dal vicino lago invernale detto Dragone e, attraverso una voragine, detta Bocca del Dragone, si infiltrano lentamente nel suolo riemergendo a valle per rifornire l’acquedotto di Napoli.
Certo la visone del panorama è l’aspetto che più attrae, ma anche la visita al paese riserva interessanti sorprese: dalla piazza principale, chiamata non a caso “Piazza del Sole”, in cui si trova la Chiesa Madre, cioè la Chiesa di Santo Stefano, risalente al Seicento, con la sua bella scala di pietra irpina bianca, nonché la Chiesa dell'Immacolata Concezione; al vicino il Palazzo Baronale dai primi del ‘900, sede del Municipio di Santo Stefano del Sole.
Piazza del Sole
Una degli aspetti indimenticabili di questa zona è senz’altro quello gastronomico, grazie ai meravigliosi prodotti dell’agricoltura locale. Cito solo i più noti: Ciliegia, utilizzata anche per la preparazione di varie ricette tipiche, come il “Risotto alla ciliegia” o la “Torta al cioccolato e ciliegie”; Melannurca Campana IGP - La "regina delle Mele", con aroma caratteristico e profumo finissimo; Caciocavallo Silano DOP - Formaggio semiduro, a pasta filata, e, dulcis in fundo, l’ottimo Fiano di Avellino DOCG, un pregiato vino bianco che accompagna ottimamente tutti i piatti della gustosa cucina locale.
Dunque una gioia per gli occhi, non meno che per il palato!
Gianluigi Pagano